Fast Track per protesi all’anca e del ginocchio – Riabilitazione molto accelerata o fast track.
La protesi dell’anca e del ginocchio è uno degli interventi chirurgici più frequenti che vengono praticati nelle strutture di cura italiane, pubbliche e private.
Il ricovero ortopedico medio è pari a 7-8 giorni, un tempo piuttosto lungo che pesa sul nostro sistema sanitario, almeno fino a pochi anni fa quando i rimborsi delle prestazioni mediche avvenivano in base alle giornate di ricovero e non in base alla complessità della prestazione avvenuta.
Adesso, dato il cambiamento nel Sistema Sanitario Nazionale e data la diffusione delle conoscenze e gli scambi internazionali dei chirurghi che come me vanno spesso in Nord America per aggiornarsi, cerchiamo di rendere il paziente autosufficiente quanto prima ed in grado di riprendere la normale attività quotidiana.
L’adozione del cosiddetto percorso Fast Track praticato largamente in Nord America e in Nord Europa consente oggi una riduzione dello stress operatorio e del disagio postoperatorio riducendo i tempi di recupero.
L’intervento di protesi all’anca e al ginocchio od alla spalla può esser seguito da un rapido recupero del paziente con un tempo di degenza complessiva pari a 2-3 giorni, associato ad un ridottissimo dolore postoperatorio all’articolazione operata.
Fast Track: in che cosa consiste?
Ili Fast Track è un metodo di gestione che combina la terapia medica e la procedura chirurgica perioperatoria cioè quel periodo che va dai 15 gg preoperatori ai 15 post-operatori che impiega sia le moderne tecniche chirurgiche che riducono l’invasità dell’intervento, il sanguinamento post-operatorio, l’applicazione di protesi modernissime in tempi chirurgici molto ridotti.
Ad esempio, abbiamo ridotto il tempo medio di un impianto dalle due ore di pochi anni fa ad una media di 40 minuti, è veramente difficile che ci sia bisogno di trasfusioni ed il dolore post-operatorio è controllatissimo mediante l’iniezione intraoperatoria di anestetici e farmaci che accelerano la chiusura dei piccoli vasi dai quali esce il sangue nel postoperatorio.
In questo modo i tempi di riabilitazione procedono in modo più spedito, con il paziente che è in grado di camminare già il giorno dell’impianto della protesi e di poter fare delle scale il giorno dopo l’intervento avendo già lavorato con il fisioterapista prima dell’intervento.
Nei protocolli di recupero rapido il paziente non deve essere un soggetto passivo e quindi affidarsi alle direttive di un fisioterapista ma deve essere l’attore principale del proprio recupero.
Il terapista avrà un ruolo centrale di educatore e supervisore del raggiungimento degli obbiettivi funzionali adeguati.
Inoltre, si applicheranno tecniche di insegnamento per i familiari o per le persone vicine al paziente che potranno stimolarne la ripresa postoperatoria
Fast Track: i vantaggi per il paziente e per la struttura/clinica
I vantaggi per il paziente sono quelli di ottenere un recupero immediato delle funzioni dell’arto operato, di non aver necessità di trasfusioni, un ottimo controllo del dolore postoperatorio, la riduzione del tasso di eventi avversi postoperatori.
La mobilizzazione precoce permette inoltre di eseguire in sicurezza interventi bilaterali simultanei ad entrambi gli arti inferiori.
Per la struttura i vantaggi sono da considerarsi una ospedalizzazione inferiore con riduzione delle malattie che si possono contrarre in strutture riabilitative, un minor carico infermieristico dei pazienti più attivi, più istruiti e meno debilitati dall’intervento rispetto al comune.
Inoltre, la qualità della struttura viene sicuramente innalzata perché diventa un centro di riferimento.
Sicuramente, è un programma molto impegnativo sia nel preoperatorio che nel post, in quanto si effettuano delle vere e proprie:
- lezioni eseguite da personale medico di gruppo prima dell’intervento in cui si passa in rassegna tutto il percorso, si fa comprendere la centralità del paziente nel suo percorso e come prevenire le più frequenti possibili complicanze:
- lezioni tenute da terapisti preoperatorie in cui si spiegano in dettaglio i gesti ed i movimenti che verranno richiesti al paziente dopo l’intervento con simulazione delle giornate immediate postoperatorie. Vengono illustrati i funzionamenti dei vari dispositivi incluso la Criocompressione ed il Kinetec.
Sicuramente l’applicazione della borsa del ghiaccio classica non offre l’effetto soggettivo ed oggettivo di riduzione della temperatura superficiale e profonda sull’arto operato.