La cuffia dei rotatori – Check Up 25/3/23

La cuffia dei rotatori – Check Up 25/3/23 – Intervista al Prof. Francesco Franceschi chirurgo ortopedico spalla Roma.

Benvenuti a Check Up. Quante volte ci è capitato di dire, in senso metaforico, “Quella persona ha le spalle larghe oppure quella persona ha le spalle robuste? Beh, oggi proprio di spalle parleremo, come vi ho anticipato poc’anzi, perché la spalla – dovete sapere – è una delle articolazioni più complesse del nostro corpo. Oggi però ci focalizzeremo su una parte specifica della spalla ovvero sulla cuffia dei rotatori e lo faremo col professor Francesco Franceschi professore di ortopedia presso l’Unicamillus e primario dell’ospedale San Pietro di Roma. Salve professore e benvenuto a Check Up. Dunque professore io direi di partire subito e far vedere a casa come è strutturata proprio la cuffia dei rotatori.

È un gruppo di tendini molto importante. La spalla è una articolazione molto complessa. È fatta sostanzialmente da due ossa: l’omero, che è una specie di palla, e una scapola che a livello dell’articolazione funziona come una conchiglia. Vedete nell’animazione: questi sono i famosi tendini della cuffia dei rotatori, poi ci sono i muscoli e accanto noi vediamo i tendini che ci aiutano appunto a ruotare la spalla nell’arco del movimento specialmente quando noi vogliamo alzare il braccio. Sono veramente molto utili questi tendini.

La cuffia dei rotatori

Scendiamo però nei particolari professore: qual è la funzione specifica della cuffia dei rotatori? In che modo coinvolge sia i muscoli che i tendini?

Vediamo subito l’animazione che ci fa vedere le lesioni della cuffia dei rotatori in modo da farvi capire esattamente come funziona questo gruppo di tendini.

In questa animazione potete vedere le lesioni – purtroppo i pazienti possono averle molto frequentemente sia per motivi degenerativi che post-traumatici – e la cuffia dei rotatori funziona come un cardine per mantenere appunto la testa dell’omero centrata all’interno della spalla.

Professore cosa succede se si lesiona la cuffia dei rotatori? Quali possono essere le cause proprio della rottura, di questa lesione?

Spesso le lezioni della cuffia dei rotatori avvengono semplicemente per l’età. È un po’ come avere i capelli bianchi: qualcuno li può appunto avere a 30 anni, a 35 purtroppo e qualcun altro a 60-70 come spesso succede. Così anche i nostri tendini.

Alle volte si possono rompere per dei traumi a livello della spalla ovviamente, non soltanto una botta diretta ma anche quando il paziente magari cade col braccio in avanti per parare il colpo.

La cuffia dei rotatori

Parliamo anche dei sintomi perché è importante. Alcuni dicono che quando si rompono, si lesionano questa cuffia hanno dei forti dolori mentre altri dicono che i dolori non ce l’hanno però fanno fatica ad alzare il braccio come decideva lei prima nei movimenti. Insomma quali sono i sintomi veri e propri?

Sicuramente, quando la lesione è traumatica, i sintomi sono molto molto più rapidi e il primo sintomo, oltre al dolore, è che il paziente non riesce a alzare più il braccio perché questa cuffia, come dicevamo prima, ci serve proprio per alzare il braccio ai piani dello spazio.

L’altro sintomo è chiaramente il dolore e il dolore cronico specialmente che sveglia il paziente che di notte e che porta appunto al famoso sintomo della capsulite o spalla congelata – avrete sicuramente sentito in giro questo termine.

Quindi è il dolore proprio locale che sentiamo sul punto. Allora i sintomi sono difficoltà nei movimenti e dolore, soltanto questi due.

Sono soprattutto questi.

Professore ma lo sa che noi siamo venuti nella sua sala operatoria (certo che lo sa) a vedere come si interviene proprio su questo tipo di lesione? Guardiamo il servizio realizzato da Giulio Reale.

Bene professore abbiamo visto quello che lei ha fatto in sala operatoria appunto un intervento in artroscopia proprio per cercare di ricostruire il tendine ma adesso professore con l’aiuto della nostra grafica rivediamo, punto per punto, quali sono stati gli step più importanti dell’intervento che lei ha eseguito.

L’artroscopia è una metodica minininvasiva che si esegue con dei piccoli buchetti di mezzo centimetro in anestesia locale per la maggior parte delle volte.

Nella grafica potete vedere i buchetti nei quali si inseriscono appunto dei microstrumenti, tra cui anche un’ottica, che ci permette appunto di ingrandire le varie strutture.

Potete vedete qui la nostra lesione. Abbiamo già dato dei punti da parte a parte che servono per chiudere la sutura, come ho fatto vedere durante l’intervento, e questo è il momento più importante. Si inseriscono questa specie di piccole vitarelle all’interno dell’osso, che sono attaccate a dei fili, che permettono poi di far uscire questi fili che consentono di finire la sutura della cuffia dei rotatori e riattaccare il tendine all’osso perché questo tendine si era staccato proprio dall’osso.

La cuffia dei rotatori

Vedo che lei ha portato degli strumenti proprio qui in studio per farci capire meglio.

Ci sono tante novità nella chirurgia artroscopica che si rinnova giorno dopo giorno (anche se era già moderna 30 anni fa).

Come vedete questa è la differenza fra due tipi di ancore: abbiamo un’ancora metallica – che è appunto la prima versione delle nostre ancore metalliche che sono più invasive ma chiaramente era un progetto iniziale.

Adesso invece utilizziamo delle ancore mini invasive. Guardate la differenza: ora sono più sottili e sono fatte di filo per cui i nostri pazienti non devono avere più paura delle viti che si mettevano all’interno dell’omero, nella spalla per riparare queste lesioni perché non c’è più bisogno chiaramente neppure di rimuovere questo tipo di mezzi di sintesi.

Professore però, prima di arrivare all’intervento chirurgico, con quali esami si accerta una vera e propria lesione della cuffia dei rotatori?

Sicuramente l’esame principe, l’esame più importante, è la risonanza magnetica che ci fa vedere bene questi tendini della cuffia dei rotatori perché fa vedere le strutture molli non tanto l’osso.

Ma non dimentichiamoci anche della radiografia che è molto importante perché a volte se si osserva troppa attenzione sul tendine della cuffia dei rotatori, si dimenticano altri particolari come per esempio le calcificazioni della spalla che sono molto frequenti e che quindi bisogna rimuovere durante l’intervento. Oppure altre problematiche come per esempio l’artrosi.

L’artrosi è molto importante ed è una controindicazione all’intervento per riparare la cuffia dei rotatori.

E certo! Quando si va a toccare l’osso purtroppo è sempre un problema se si hanno delle patologie come artrosi, osteoporosi eccetera eccetera. Professore qual è la durata del post operatorio? E poi vorrei sapere se si raccomanda sempre e comunque un percorso riabilitativo anche per quanto riguarda questi ultimi ritrovati tecnologici.

L’intervento è la parte meno importante ormai; dura addirittura 15-20 minuti nella maggior parte delle volte e quindi la parte più importante è il post-operatorio perché il paziente deve stare fermo con un tutore per almeno 20/30 giorni anche se nei primi giorni può già togliere il tutore per fare qualche piccola attività come scrivere a mano, a macchina o portare addirittura il cibo alla bocca piano piano.

La riabilitazione è molto importante. È fondamentale anche per esempio la riabilitazione in acqua che ci permette di recuperare il movimento in modo più dolce e fisiologico.

Bene la ringrazio moltissimo per essere stato con noi.