Distorsione della caviglia – Intervista del 28/9/2022 al Prof. Francesco Franceschi – Primario ortopedico di spalla, ginocchio e anca all’Ospedale San Pietro Fatebenefratelli di Roma e Professore all’Università Unicamillus di Roma – su Radio Centro Suono Sport. Se avete perso l’intervista, potete riascoltarla qui di seguito.
Questa sera trattiamo un tema nuovo che in qualche modo coinvolge ovviamente il fisico e il corpo umano. Coinvolge un po’ tutti noi chiaramente e questa sera dunque parliamo della caviglia col prof Francesco Franceschi. Come sapete, la caviglia è una parte importante del nostro corpo che rispetta la grandezza del fisico umano, supporta ed articola con il piede ogni nostro passo. Ecco Professore che cosa succede quando per esempio camminiamo su di un terreno dissestato, mettiamo male il piede e ci prendiamo una storta? Cosa può succedere prendendosi una storta?
Eh si hai detto bene! Una storta è una distorsione alla caviglia. Chi è che non si ricorda di essersi preso una sorta alla caviglia? Magari una storta di ginocchio uno se la ricorda di più perché si può rompere dei legamenti come il crociato e poi devi operare per forza ma le storte alle caviglie sono veramente molto ma molto frequenti nei campi da gioco ma anche nella vita quotidiana quando magari uno scende uno scalino in modo incerto oppure magari con una scarpa col tacco più alto e purtroppo magari appunto il piede ruota all’interno o all’esterno.
È molto più frequente che ruoti verso l’interno cioè con la pianta del piede verso l’interno. Perché? Perché la parte esterna ha dei legamenti più deboli.
Si prova tanto dolore vero Professore?
Tanto dolore vero tanto tanto tanto dolore.
Quando sono giovani i ragazzi subiscono magari il primo trauma e si gonfia tantissimo la caviglia perché si rompono, insieme al legamento che si strappa, alcuni piccoli capillari che chiaramente fanno uscire sangue e provocano appunto quel gonfiore che sta appunto sulla parte esterna della caviglia quando uno appunto subisce una distorsione in questo modo.
È un edema?
È un edema sicuramente però appunto è causato senza dubbio da un edema dei tessuti molli cioè dal sottocutaneo che è ricco di grassi da quelle parti e quindi funziona come una spugna e quindi assorbe tutto quanto il sangue che esce fuori da questi piccoli vasellini.
Ma soprattutto poi, a livello biomeccanico, bisogna ricordare che si, uno si strappa, si rompe il legamento e poi che succede?
La maggior parte della gente si va a fare una risonanza e trovi la lesione del legamento famoso peroneo-astragalico e allora vengono da noi in ambulatorio e dicono “Ma che facciamo, operiamo?” NO, assolutamente no perché fortunatamente i legamenti della caviglia con una buona immobilizzazione e soprattutto con dei tutori molto molto efficaci – qualcuno di voi lo sa già bene perché l’ha già messo stecche laterali con una striscia che entra nella scarpa e stabilizza tutta la caviglia anche quando uno cammina – si riescono a far guarire in modo sicuramente efficace questi legamenti che si strappano.
Una volta si faceva la doccia di gesso invece oggi si mette il tutore che è molto meglio?
Assolutamente sì. Finchè si può, si deve evitare il gesso per tanti motivi: da quelli di igiene al fastidio appunto che si ha nel portare il gesso.
Però chiaramente è troppo poco quello che si può fare in ospedale è certamente l’immobilizzazione poi può essere di gesso oppure con dei gessi particolari che utilizzano in materiali di vetroresina che sono molto molto leggeri.
E poi il paziente chiaramente dopo qualche giorno, dopo qualche ora di immobilizzazione con la caviglia un pochettino più sgonfia, può comprarsi anche per conto suo, uno di questi tutori che sono quasi miracolosi perché, se la lesione non è molto importante, possono tranquillamente camminare anche con il tutore.
Quindi si può appoggiare comunque il piede perché il tutore comunque stabilizza la zona della caviglia.
Assolutamente. All’inizio magari, se il trauma è stato molto importante, è meglio utilizzare le stampelle però quando la situazione è compatibile con un minimo appoggio e quindi quando il paziente non ha grosso dolore quando appoggia il piede, allora può cominciare a caricare.
Continua a seguire l’intervista nel link indicato sopra.
Per ulteriori aprofondimenti, potete consultare anche i seguenti link:
Frattura di caviglia – Sport e Salute 2/7/22