Le lesioni del menisco esterno: il caso Kumbulla Rubrica “Sport e Salute” – TeleRadioStereo 92,7 – 30 marzo 2021.
Proseguendo dalle scorse puntate, abbiamo ancora un argomento in giacenza che riguarda la cartilagine – abbiamo capito nell’ultimo incontro quanto sia delicata, quanto bisogna stare attenti – però in questa puntata trattiamo invece di ciò che è accaduto a Marash Kumbulla che ha avuto questo problema al menisco. Vediamo di cosa parla esattamente la nota della Roma: “Un forte trauma distorsivo al menisco esterno del ginocchio destro” con una lesione, evidentemente, però si è scelta la terapia conservativa il luogo di andare a fare un’operazione e qua il nostro Stefano Petrucci cita sempre il vecchio medico sociale della Roma, il Dr. Alicicco, che diceva “Forse fanno anche bene perché quando apri il ginocchio è come un uovo di Pasqua, non sai mai che cosa trovi”.
Abbiamo parlato insieme del menisco qualche puntata fa però si è passati da 4 mesi, stagione finita, con la terapia conservativa controllare in 1/2 due mesi…
Secondo lei, non avendo visitato il paziente, una cosa del genere?
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Buon ascolto!
Bisogna partire dall’inizio. Ormai quando entriamo nel ginocchio in artroscopia, il ginocchio non è più un nuovo di Pasqua. Questo perché? Perché a tempi di Alicicco, che è stato un grandissimo medico, purtroppo a livelli di diagnostica era molto inferiore ad adesso.
Adesso abbiamo delle risonanze magnetiche estremamente accurate che ti fanno trovare anche il pelo all’interno del ginocchio per cui riusciamo ad avere un’idea sicuramente superiore rispetto a quella che avevano i medici di qualche anno fa innanzitutto.
Per cui è molto probabile che i medici della Roma abbiamo consigliato di non operare Kumbulla proprio perché probabilmente la lesione del menisco non era così importante.
Il menisco è una specie di mezza luna che si può rompere in tanti modi. Uno dice “Mi sono rotto il menisco. Mi hanno operato” però la lesione del menisco può avvenire in tanti modi.
Immaginatevi questa mezza luna che può avere una lesione a croce, un’altra lesione a spicchio, un’altra lesione molto lunga del menisco e magari questa lesione del menisco potrebbe essere stata un pochettino più periferica cioè verso la parte esterna del ginocchio che è una zona dove il menisco è molto ricco di vasi, di capillari per cui è probabile che possa guarire anche semplicemente con il riposo.
Le lesioni del menisco esterno: il caso Kumbulla
Inoltre, il menisco esterno è completamente diverso dal menisco interno perché il menisco interno noi chirurghi magari lo possiamo sacrificare e trattare molto più facilmente rispetto al menisco esterno perché il menisco esterno dà una stabilità incredibile al ginocchio e se noi lo dovessimo asportare invece che suturare, quindi cercare di riparare, purtroppo questo ginocchio in un futuro avrebbe problemi molto simili a quelli che si hanno con la lesione del legamento crociato anteriore cioè una instabilità del ginocchio.
Quindi bisogna sempre cercare di preservare quindi, quando si può, mettere dei punti, quando si può evitare appunto un intervento come in questo caso bisogna provarci.
Inoltre chiaramente non operandolo, se come si può dire andrà bene, se gli andasse bene a Kumbulla, avremo la possibilità magari di vederlo anche in campo perché magari starà fermo 15 giorni, aspettiamo che guarisca questo strappo, questa distrazione che probabilmente non sarà una vera e propria lesione del menisco e poi cominciare a fare un po’ di rieducazione e in questo caso è possibile che anche nel giro di un mese e mezzo potrebbe cominciare a fare anche qualche partita.
Quindi sicuramente una decisione saggia per cercare di riaverlo presto in campo.
Se si fosse operato, sarebbe sicuramente il caso di una stagione finita perché, a differenza del menisco interno, ha un decorso post-operatorio molto più lungo, molto più attento, con tante problematiche diverse.
Le lesioni del menisco esterno: il caso Kumbulla
Vi ricordate tempo fa cosa è accaduto nell’altro versante?
Lucas Leiva, giocatore della Lazio, fu operato di menisco esterno verso marzo e non tornò più a giocare ma non perché avessero fatto male l’intervento ma perché era un menisco esterno che purtroppo ha un decorso post-operatorio molto ma molto più lungo.
L’altra volta abbiamo parlato della cartilagine danneggiata, di quando operarla e c’eravamo fermati a ridosso delle infiltrazioni, eventualmente dei fattori di crescita.
Siamo comunque nello stesso ambito perché parliamo sempre di quando operare e quando non operare. Bisogna essere sempre saggi e non avere sempre il coltello fra i denti in questi casi perché magari la rieducazione fatta bene con degli ottimi fisioterapisti, un post-infortunio fatto bene con riposo fatto bene, crioterapia, etc. può sicuramente anche salvarci da un intervento chirurgico.
Quello di cui volevo parlare sono le infiltrazioni con i famosi fattori di crescita che servono proprio per rivitalizzare molto spesso la cartilagine articolare o i tendini un pochettino infiammati o strappati oppure, perché no, un menisco che è lesionato soltanto nella parte esterna ed ha bisogno soltanto di un potenziamento della sua capacità rigenerativa.
E questi saranno i temi che affronteremo nel prossimo appuntamento. Seguitemi.
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