Lesioni dei tendini della cuffia dei rotatori

Lesioni dei tendini della cuffia dei rotatori: intervento in artroscopia “Sport e Salute”
Dopo aver parlato delle infiltrazioni e dei problemi legati alla spalla, in questa puntata parliamo delle lesioni dei tendini della cuffia dei rotatori.

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Innanzitutto, come abbiamo già detto, nell’80% dei casi i pazienti che arrivano in ambulatorio con un dolore alla spalla si possono trattare con un’infiltrazione di cortisone.

Questo perché sono affetti da semplici infiammazioni e le lesioni che si possono trovare in una risonanza magnetica magari fatta anche per caso, non sono interessanti per essere operate.

Invece togliendo l’infiammazione sia con delle infiltrazioni con le terapie e fisioterapie, i pazienti stanno sicuramente molto meglio.

Certamente a volte purtroppo ci sono delle lesioni, specialmente nelle persone oltre i 50 anni, dei tendini della cuffia dei rotatori che purtroppo devono essere operate perché facendo terapia conservativa quindi facendo delle infiltrazioni, facendo della fisioterapia, il paziente continua a stare male e questi tendini che sono una specie di carrucola che ci serve per alzare il braccio quando noi abbiamo appunto a prendere un oggetto posto verso l’altro, su un armadio, un piatto per esempio visto in alto sopra il lavandino, purtroppo non ci si riesce perché questo tendine, questa carrucola, si è spezzata anche per motivi degenerativi non per motivi post traumatici, il paziente non riesce a tirar su il braccio.

Quello è il momento in cui dobbiamo purtroppo ricorrere alla chirurgia e riparare questo tendine.

Certo questa chirurgia non è più tanto invasiva, è la famosa artroscopia e, come ben sappiamo, si è utilizzata all’inizio per il ginocchio, si effettua con dei buchetti, spesso in anestesia locale e con questi micro-fori noi riusciamo a fare tante ma tante cose che prima si potevano fare soltanto eseguendo delle incisioni molto importanti.

L’uso dell’artroscopia consente anche un recupero più rapido o è solo un fatto di incisività “esterno”?

In effetti il recupero sarebbe sempre lo stesso nel senso che noi dopo aver riparato il tendine quindi riattaccato il tendine noi dobbiamo aspettare che questo tendine si attacchi proprio nel punto in cui lo abbiamo attaccato e quindi tempi di attesa di questa riparazione sono gli stessi, sia a cielo aperto che in artroscopia.

Soltanto che ormai è impossibile appunto eseguire un intervento a cielo aperto perché sarebbe sicuramente innanzitutto fuori moda e poi sicuramente molto più traumatico soprattutto a livello dei primi giorni perché fare un’incisione pure abbastanza ampia per fare un intervento del genere all’inizio porta parecchie altre problematiche che chiaramente l’artroscopia riesce ad evitare.

Quindi possiamo dire che con l’artroscopia c’è un trauma inferiore a livello fisico ma la riabilitazione va comunque fatta con dovizia di tempi e pazienza perché non cambia il fatto che comunque internamente si va ad agire su un muscolo, su un tendine, su un’articolazione a seconda delle problematiche alla quale bisogna dare il tempo di ristabilirsi e affidandosi a  professionisti seri perché molte persone pensano che l’intervento in artroscopia sia semplice e che quindi poi si muoveranno subito ma invece bisogna affrontare i tempi con calma perché tutto quanto va riabilitato, bisogna aspettare i tempi giusti.