Protesi: perchè ne abbiamo bisogno

Protesi: perchè ne abbiamo bisogno rubrica “Sport e Salute” – TeleRadioStereo 92,7 Nella puntata della mia rubrica “Sport e Salute”, in onda su TeleRadioStereo 92,7 ogni martedì alle 15:50 ed il sabato alle 9:40, abbiamo parlato delle protesi e del perchè ne abbiamo bisogno. Abbiamo inoltre parlato dei problemi alla cartilagine, dei sintomi, di come si danneggia, di come si fa la diagnosi e di quali sono gli esami da fare per verificare che si tratti proprio di questo problema.

Ascoltate la puntata qui

Oltre alle varie metodologie e aspetti tecnici di cui abbiamo parlato nelle precedenti puntate, torniamo un po’ alla base e parliamo del perché dobbiamo fare queste protesi.

Perché dobbiamo fare queste protesi?

Perché purtroppo la cartilagine, che è quello strato così morbido che sta all’interno di qualsiasi articolazione come l’interno di una noce di cocco, è purtroppo danneggiata.

Il tipo di danno si può avere in diversi modi, specialmente negli sportivi: ci può essere un danno traumatico, ad esempio quando un giocatore di calcio prende una ginocchiata contro un altro ginocchio o contro lo stinco di un altro giocatore, o nel rugby o tanti altri sport, oppure un danno che si dice da overuse, dall’inglese, e cioè causato da un uso eccessivo dell’articolazione.

Lo sportivo, sia per l’allenamento che appunto anche per l’attività professionistica o non professionistica (ricordiamo che ci sono tanti calcettofili e tanti calciofili che magari fanno più partite dei professionisti) utilizza le articolazioni tantissimo, molte ma molte più volte, molto più di quello che sono state programmate alla loro nascita e appunto per quanto riguarda il loro utilizzo.

Cosa succede nello specifico e quali sono i sintomi di un problema alla cartilagine? Come lo riconosciamo?

Molto spesso il paziente arriva e ci dice che ha il ginocchio “un po’ grippato”, si sente la “sabbia nel ginocchio” e non ha la fluidità nel movimento. Poi molto spesso la cosa che succede è il versamento, il famoso versamento che parecchi considerano come “l’acqua al ginocchio” che può essere presente sia nella persona anziana oppure nello sportivo, dopo aver ricevuto ripetuti traumi oppure dopo aver avuto un consumo della cartilagine, il ginocchio o altre articolazioni si possono gonfiare e noi lo vediamo.

Quando il liquido sta davanti noi lo vediamo.

A volte il liquido può andare dietro e il paziente ha una sensazione di pienezza, di fastidio appunto dietro al ginocchio e, facendo una risonanza, si trova la famosa Cisti di Baker e tutti si preoccupano come se fosse un tumore maligno dietro al ginocchio ma invece è semplicemente un deposito, un serbatoio di liquido nella parte posteriore del ginocchio.

Quali sono le articolazioni più interessate da questo problema negli sportivi?

Sicuramente il ginocchio la fa da padrone, in particolare nel calcio. Però ci sono tanti altri sport che magari non facciamo così tanto frequentemente in Italia come l’hockey sul ghiaccio o anche le arti marziali dove appunto sono più interessate le anche per l’apertura che si effettua durante le figure sportive e quindi la cartilagine è un pochino più traumatizzata in questi casi.

Anche le caviglie per esempio: non dimentichiamoci di famosi calciatori che hanno smesso di giocare proprio per un problema di cartilagine della caviglia.

Come si fa la diagnosi e quali sono gli esami da fare per verificare che sia questo il problema?

Sicuramente la situazione che racconta il paziente è la cosa più importante, capire che tipo di attività svolge, se ha avuto un trauma o meno e quanto si allena durante la settimana e capire la localizzazione del danno.

Molto spesso il dolore è sotto la rotula ed è molto molto frequente perché la cartilagine sotto alla rotula è molto più sensibile rispetto a quella del ginocchio perché è molto più spessa e si deteriora molto più facilmente.

L’esame che la fa da padrone è la Risonanza Magnetica anche se non c’è da dimenticare che bisogna prima fare una radiografia che ci permette di visualizzare alcuni parametri che con la risonanza magnetica (anche se è un esame molto complesso) non riusciamo a capire.

È comunque importante sottolineare che le risonanze non sono tutte uguali ma dobbiamo sempre cercare negli studi, almeno per quanto riguarda la risonanza magnetica per un ginocchio o per la cartilagine di qualsiasi altra articolazione, sia fatto con un apparecchio un pochino più sofisticato rispetto agli apparecchi che si utilizzano per fare, ad esempio, delle risonanze aperte. Devono essere apparecchi che hanno come potenza 1,5 Tesla che sarebbe la forza del magnete che permette appunto di cogliere alcuni particolari che sono fondamentali per fare la diagnosi.

Nella puntata di sabato prossimo parleremo dei famosi trapianti di cartilagine, delle cellule staminali e delle miniprotesizzazioni che si possono utilizzare nei pazienti giovani.

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